mercoledì 2 dicembre 2015

verifica della consistenza di un (mio) discorso | consistency check on a speech (of mine)

(versione bilingue | bilingual version)



Posted in scrittura di ricerca, forma ebefrenica, prendere possesso di un'ombra | Tagged isopsefia, epigramma alessandrino, dissonanza cognitiva, coalescenza, ritmo circadiano, basso continuo, Stravinskij (Agon), Stravinskij (Le Rossignol), musica concreta, lettrismo, Monge, Poncelet, calcolo differenziale


Posted in experimental writing, characteristics of hebephrenia, to take possession of a shadow | Tagged isopsephy, epigram of the Hellenistic period, cognitive dissonance, coalescence (physics), circadian rhythm, basso continuo, Stravinsky (Agon), Stravinsky (The Nightingale), musique concrète, Lettrism, Monge, Poncelet, differential calculus




lunedì 14 settembre 2015

Vademecum del poeta odierno (da 21 a 30)

21. In caso di ispirazione poetica la priorità consiste nell'assicurare la pervietà delle vie aeree,
      dal momento che i poeti ispirati presentano spesso una riduzione del livello di coscienza. Non
      bisogna mettere in atto alcun intervento volto a ridurre la pressione arteriosa finché non sono noti
      i risultati della TC.
22. Pampino è la foglia della vite. Porre la massima attenzione quando ci si rivolge a una donna
      chiedendole un pampino.
23. Non si può scrivere all'infinito di se stessi.
24. È regola di delicatezza quando si scrive, utilizzando ciò che si è vissuto, avere la regola di non
      dire mai la verità, ma tenere la verità per sé e lasciarla soltanto rifrangersi sotto angoli diversi (S.
      Kierkegaard).
25. I musei sono esseri viventi.
26. Cambiandogli il nome: è il modo facile per far risorgere il morto.
27. Lo /Holz/ tedesco è tutto ciò che non è /Baum/ e non è /Wald/.
28. Fu Agostino che, sulla scia stoica, chiamò dictio quel verbum vocis che non solo foris sonat ma
      che è percepito e riconosciuto in quanto correlato a un verbum mentis o cordis. Attenzione quindi
      a eventuali appropriazioni indebite!
29. Qualsiasi cosa succeda, si può sempre contare su modelli intertestuali che funzionano come
      garanzie catacretiche.
30. Il rizoma è un tubero.

lunedì 7 settembre 2015

Uomini in pigiama (ldc - 02)

Mi sa che l'esperimento non sta riuscendo proprio bene, comunque, capita che certi esordi vengano a coincidere talvolta con una vocazione, oppure si tratta dell'offerta di un'alternativa, che non è destinata a soddisfare. Oddio stai dando i numeri, che cazzo vuoi che ne sappia io del posto di cui parli, dovrò fidarmi, problema mio, dopo facciamo finta che tu sei pienamente al di fuori dello schema, certo, sempre pronto a tirarla in mezzo, a santificarla, siamo due poveri patetici, diciamocelo, tu di più perché la stai cercando, d'altronde è l'unico posto dove si può, ti piace proprio l'idea della coppietta appartata, l'isola felice, i fiorellini, dicono che gli uomini pelati siano pieni di testosterone. Pollice verde, metamorfosi, il tempo calcolato, non si sa come senza un orologio, che compare, un cazzo di selvaggio che legge i segni, che li legge bene ovviamente, mineralogia, la bussola che mi hai fatto perdere, per carità, pericolo noia mortale, vi lascio perdere, il fuoco si è spento, finire addirittura così, idillio, chi rimarrebbe?

lunedì 31 agosto 2015

Uomini in pigiama (ldc - 02)

Ammetto che sei veramente furbo, non sei fuori dallo schema, cazzo, dici questa cosa forte e chiaro, forse anche in modo aggressivo, ti sei proprio concentrato al massimo nella particella, poi però, ambiguità come se piovessero, chi osa dirti niente, ad attutire, geniale, e dunque: uno smascheramento in piena regola, ma tanto la poesia coglie sempre in flagrante, non era carnevale e non è consigliabile stare a ridosso della strada, è il poco che ho capito, sei stato così attento che niente le rimanesse appiccicato sulla faccia, ma dentro, come puoi metterci mano?, facendo origami?, lei è lontana eppure non è mai stata così vicina, certo, etica da visagista, non è che sei uno stalker?

lunedì 24 agosto 2015

Uomini in pigiama (ldc - 02)

Eccola qua, la citazione alta, mi sa che tu sei un altro narcisista che incorpora a destra e a manca come me, mi farò aiutare da chi ne capisce, serietà e impegno, promesso, no aspetta un secondo, non mi è più così d'aiuto, comunque pazienza, la metafora è classica ma pertinente, profezie a proposito di catastrofi, solo che gli effetti collaterali sono assolutamente tollerabili, ma sì, tu intervieni su quell'altro lato, una piccola cosa lasciata in sospeso. Questo benedetto mondo, una cosa già di per sé esagerata, che sta anche questo da un'altra parte, ho capito, bene o male è quello che dico sempre anch'io, o lo si ama o lo si odia, tu ami le sue fratture, l'impasto del pane che c'era prima, tu vorresti un po' anche farle del male se potessi, (uno sproloquio di cose tra parentesi, poi), (tanto tanto amore), (facile quando si è soli)

venerdì 14 agosto 2015

Uomini in pigiama (ldc - 02)

È bene andare di fretta, e si comincia con una cosa enigmatica ma importante, 8 piccoli movimenti più muti che altro, lei sarà lei?, scena (si mettano le mani avanti, protese, per premunirsi contro sgradevoli sorprese), uno specchio che non specchia (già qui vecchie suggestioni, che grado di empatia porca puttana), c'è insomma un'autocoscienza che non monologa o non si prende per mano, separazione dell'anima dal corpo, che falla. In poche righe ci viene fornito un preciso riferimento geografico, che non conosco, l'attenzione alla variabile atmosferica, che non trova riscontro con il momento presente, il dettaglio sonoro, la fa parlare per mezzo dei suoi movimenti, non so se intenda l'aria, l'aria che muove passando, ha questo da fare con l'aria, a me sembra un po' risentito, eccome se la fa parlare, checché ne dica, è una persona molto problematica, non importa chi dei due, guai in vista

martedì 5 maggio 2015

livres de chevet - Uomini in pigiama


Comincia l'analisi dei componenti, è incipit per l'esegeta, sono qui per darti pienamente ragione, è da un po' che ti sto dietro, la fenomenologia dell'infanzia con tutti i crismi, non l'avrei mai detto pensa, è con gli strumenti che ci mancano che facciamo il mondo, alcune parole comunque troppo altisonanti, di tutto ciò che potevi segnalare, un furto, a proposito, giusto una curiosità, come fai appena nato a sapere la buffoneria degli oggetti, comunque è una pagina già piena di testo, obiettivo del colpo d'occhio raggiunto, riconosco una forma orgogliosamente intenzionale, mi sembra che tu stia crescendo, senso di marea, al trotto sui tempi dello sviluppo, sei nato pronto insomma e non siamo neanche a metà pagina, sono stato bravo?, tu sei stato bravo, non te ne fregherà niente ma sappi che ti copierò, il poetichese intendo, che odi tanto, a un certo punto comunque la spari abbastanza grossa, dirai ovviamente che era funzionale, l'appassionato sguardo in retrospettiva di un'enciclopedia, questo atto di tradimento è qui, ed è adesso, serve a ricordarmi di disperare, sono quasi pentito, ci vai giù pesante con le notazioni sensoriali, confermo che sei cresciuto, già, sarà stato questo l'ultimo testo che hai scritto, già, ci scommetto, chissà la novità, ti stai allargando, anche un riferimento sessuale del tutto gratuito, funzionale già, no comment, l'ultimo pezzetto sta dietro, poche righe per fortuna, era ora, cazzo ci hai voluto sbattere in faccia tutta la vita, non credo sia la tua, bello comunque, non potrei fare meglio neanche con tutto l'impegno del mondo, eccolo qua, l'accidente del corpo, magari ti sottovaluto, oh finisce spiazzando



***



A fianco, già sono stupito, il lampo di un'inquadratura, si parla di un guasto, praticamente questo è quel discorso sulla luce che prima..., potrei chiuderla qui, sei stato bravissimo, complimenti davvero, si vede che c'eri portato, il tuo primo corsivo nel primo punto in cui ti sei dimostrato davvero geniale, l'avevo capito che volevi giocare il gioco del macro e del microcosmo, una direzione che in qualche modo trattenga, che mi stai indicando, già capisco poco di mio, piccolo stacco. Sul resto invece non ho capito una poetica mazza, sono stufo e voglio farla breve, sembra la messa in cantiere di un progetto, o un augurio lasciato cadere così, o un avviso di pericolo, come il tutto possa ricollegarsi a prima, no sul serio questa è veramente difficile, sei stato molto bravo, ma sei stato proprio tu a vendermi questa cosa, io mi sono consegnato, e adesso andando così spedito con i mezzi retorici che vuoi?, insomma si capisce che gli occhi da lenire sono una realtà inemendabile, la sfericità dei fianchi un rapido pensiero che non vuol dire, troppo difficile, ti rendo omaggio, ti copierò, stremato, se il buongiorno si vede dal mattino


martedì 17 febbraio 2015

Vademecum del poeta odierno (da 11 a 20)

11.  Cause di aumento di g-globuline (IgG, IgM, IgA, IgD, IgE) nel siero: policlonale (epatite cronica, cirrosi epatica, infezioni congenite, sarcoidosi, neoplasie). Monoclonale (gammopatie monoclonali di incerto significato [MGUS], gammopatie associate a trattamento con idantoina e sulfonamidi, malattia di Waldenström, malattia cronica da crioagglutinine).
12.  I grandi giocatori di scacchi sono pochi, e non si trovano.
13.  Un poema, per considerarsi tale, deve finire in punta di lingua.
14.  La pittura di paesaggio rappresentava la tematica dominante della propaganda augustea, che (anche) alle scene di quiete idillica assegnava il compito di diffondere i temi della nuova pax.
15.  Spia è il nome corrente, nell'Ottocento, del caratteristico specchio convesso (Reflexions-Spejlet) che ha il compito di raccogliere e proiettare, nel chiuso salotto borghese, le linee e i movimenti della strada.
16.  Il cucchiaio non esiste.
17.  Il verbo latino callere significa, usato transitivamente, capire a fondo e, intransitivamente, avere i calli.
18.  Sta aumentando la presenza di meduse nel Mediterraneo.
19.  Terminus supponit significatum pro re.
20.  L'imitazione è la forma d'adulazione più pericolosa.

mercoledì 4 febbraio 2015

teatro molto povero - i martiri (quasi come un dialogo)


Essersi messi in marcia – di nuovo, l'incipit è dovuto – di buona lena, mattino molto presto, scorciatoie per eludere il dormiveglia, ancora deserte, da percorrere ripassando due battute, dico due facili (barra) verosimili. Purché qualcosa ci sia infine, il perfetto risonare delle voci secolari.
 
A lamentarsi con i propri lamenti, da casa fin qui (perché poi [stacco repentino] in absentia di novità), se il qui fosse abbastanza capiente e comprensivo dei nostri slanci – a sufficienza, che è una bella parola. Qui non si viene. Da che ne ho il ricordo, quasi nacqui avviluppato tra le pieghe del sipario. Nessun particolare cataclisma – opaco, la memoria nasce ogni giorno. Non è possibile nascere in un giorno solo, record altamente improbabile.
 
Giacché chiami ventre ciò che invariabilmente potresti dire casa, luogo di lavoro, fabbrica, cesso, diorama di Dio, reparto maternità, reparto psichiatrico, mercato – davvero non v'è più niente che possa meravigliarmi o dispiacermi. Sono un cattivo attore. Lascio alle poetesse le fenomenologie del corpo, resto tutto concentrato su me stesso, antepongo le possibilità della parola odore agli odori, custodisco la collezione. Imparando a rendere normale tutto (ciò che) è assolutamente normale.
 
Come se non ci fosse qualcuno che arriva e dice che questo pavimento non è reale, e in effetti non c'è. Come se potesse credersi di un altro mondo, o che ci sia dell'erba, o il parquet. La reggia degli Atridi, per il semplice fatto che stiamo calcando. La penna che in uno spoglio spiazzo ti sta maltrattando. (un paese capace di accogliere un solo spiazzo e nessuno che dice niente è una cosa assurda).
 
C'è da incontrarsi qui con un attore che dicono non essere tanto bravo. Incontrarlo o esserlo, la scelta così non può essere completa.
 
Tu mi sei vicino e il tuo mistero. Quello che si dice fare una bella figura. L'ultima delle comparse sicuramente più in gamba. La tua farsa comincia da molto lontano, quando dormivi era già il canto del cigno. Oggi non si fanno prove. Da dentro non si capisce quand'è l'inizio della giornata.
 
Rifiutare il maestro, rubarne la misera arte – un diritto avuto ed esercitato. Da sempre volevo strapparti la lacrima dal volto, ma la mia faccia non so controllarla.
 
Non sapere chi si era ieri. La questione del tempo e dei tempi non è stata messa in discussione per valutarne le conseguenze sulla lunga distanza. Non disponi di un pubblico disposto a darti una mano – la salute, così, è tutta da attribuire. Perché poi guardarsi intorno, continuare piuttosto anche inconsapevolmente, violentato oggetto del desiderio di una penna comprata apposta. (Tutti guardano).
 
Bella cicatrice interiore da tatuare, a confondere i piani – c'è tempo. Il simbolo è da mettere insieme. Bisogna avere fede nella totalità della pelle, nelle maschere da rivoltare come guanti, non dire rivoltanti. Mia cara figurina di carta. Ombre in sala che si moltiplicano, prendono posto tossicchiando soprattutto, scartando caramelle. Confesso di temere in modo spropositato. Da questa parte neanche uno sfondo in comune – noi stessi fondali di coordinate e costellazioni slegate ad uso e piacere altrui.
 
Congratulazioni ai paraventi delle nudità di colui che si fa schermo e scherno, alla potenza del dono riflesso, al trovare ogni momento uno specchio di fronte. Per tutti conserviamo una voce fraterna.
 
Ogni teatro merita il suo nutrito nugolo di attori. Grato se qualcuno permette di alzare i toni, gridare, gettato alla ricerca di uno, questo risibile. Il pubblico dovrebbe vedere il meno possibile dell'accaduto. Ti sei fermato a guardarmi. Mi tenti con la lacrima, ma che bella forma di aspersorio. Tutto il giorno sbatte contro una benedizione, l'impatto mi fa spalancare il sipario dal ridere, spelonca disertata dai parti dell'immaginazione. Manca l'entrata, manca la botola nel pavimento: una maschera non sarà mai l'inganno di un doppio fondo – sappiatelo.
 
Congratulazioni. Vorrei fissarti per sempre. Sta arrivando gente convinta che sia ora di iniziare. Un bravo attore sa disperdersi in mezzo al pubblico. Perdendoci di vista, troverai chi cerchi – non è detto.